Sanità

 Sanità

Una delle componenti che ha sollecitato la mia disponibilità alla candidatura per le elezioni del prossimo
Rettore è rappresentata dai colleghi di area medica.
Ciò che mi hanno chiesto, innanzitutto, è di recepire nel mio programma un’istanza che riguarda non solo il
mondo universitario, ma l’intero territorio: nelle attività dell’Azienda Ospedaliera Universitaria è urgente
riportare al centro dell’attenzione la caratterizzazione e la tipicità “universitaria”, spesso sacrificata a favore
di prassi e obiettivi specificatamente aziendali.
Nei giorni scorsi ho anche partecipato a un evento formativo promosso dalla FGU Gilda Dip. Università di
Messina – organizzato da Paolo Todaro, Giada Lo Piano e Daniele Maisano – dedicato all’accreditamento
delle strutture sanitarie. Annosa, dirimente e irrisolta questione.
È stata un’ulteriore occasione per condividere idee sulle future politiche da adottare e che, a mio avviso,
dovranno essere incentrate su interventi che reputo basilari.
Occorre creare le condizioni affinché i Direttori dei DU, dei DAI e i vertici aziendali e di Ateneo siano in
grado di concorrere, ognuno con le proprie specificità, alle scelte che attengono allo sviluppo dell’A.O.U.,
prevedendo incontri periodici a cadenza trimestrale.
Urge modificare le regole dell’attribuzione degli incarichi alle posizioni organizzative per premiare il merito
scientifico e le competenze e rimodulare le modalità di rendicontazione dell’impegno orario; i dipendenti
universitari non sono dipendenti dell’A.O.U.
Serve riconoscere pari dignità agli EP che svolgono attività assistenziali in misura quali-quantitativa uguale a
quella dei Dirigenti e condividere con l’A.O.U. la programmazione del personale per evitare disequilibri
nella definizione dei tetti stipendiali e le relative conseguenze in termini di sviluppo dell’organico.
Occorre rilanciare la ricerca e gli investimenti in tecnologia e promuovere una stabile collaborazione con
l’IRCCS Neurolesi per sostenere progetti di ricerca di eccellenza. Ampia autonomia dovrà essere concessa ai
colleghi medici nella definizione delle politiche di indirizzo e di gestione della sanità universitaria.
Sotto altro versante, non meno avvertito, in linea con quanto richiesto dalla EAEVE, la gestione
dell’Ospedale Veterinario dovrà essere ripensata per favorire la partecipazione degli studenti all’attività
didattica e il coinvolgimento dei docenti e del personale tecnico universitario alle attività clinico
assistenziali. La nuova gestione dovrà, inoltre, favorire lo sviluppo delle attività di ricerca condotte nel
Dipartimento di Veterinaria.
La sanità universitaria costituisce una risorsa troppo importante per l’intero territorio e non può che essere
improntata a criteri di servizio e non di convenienza personale.

Michele Limosani

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