Un Piano Strategico per la ricerca scientifica: il ruolo dei Poli

 Un Piano Strategico per la ricerca scientifica: il ruolo dei Poli

Già nel momento in cui ho proposto la mia candidatura per la carica di Rettore alla comunità accademica, ho evidenziato come il mio progetto ruoti attorno a una rinnovata centralità del ruolo dei Dipartimenti nella proposizione, progettazione e realizzazione degli obiettivi identificati dall’Ateneo. Tutto ciò sulla base non tanto di semplici ragioni logistiche, ma soprattutto per affinità scientifiche e di metodologie lavorative. Per questo ritengo opportuno procedere a un’aggregazione dell’Ateneo in “Poli”. Tale strutturazione risulta di fatto già esistente ma, non essendo formalizzata, rende più difficile lo sviluppo di iniziative specifiche che fanno riferimento ad un singolo “Polo”.
In tale contesto, al fine di rilanciare le attività di ricerca e quelle della didattica specialistica dei Poli e potenziare la loro competitività a livello nazionale e internazionale è necessario adottare un Piano Strategico. Tale piano, a livello generale, dovrà poggiare su 6 linee di sviluppo che siano elementi complementari di una visione condivisa tra tutti i “Poli” che abbia i seguenti obiettivi:

  • promuovere le possibilità per i giovani ricercatori di inserirsi nella competizione nazionale ed internazionale;
  • aumentare la capacità di cooperazione multi- ed inter-disciplinare;
  • aumentare la visibilità internazionale dell’Università anche per attirare nuovi ricercatori e nuovi studenti;
  • promuovere l’interesse da parte di grandi industrie e/o istituzioni nazionali ed internazionali per programmi congiunti;
  • ridurre il flusso di studenti in uscita dall’Università di Messina verso altri Atenei (specialmente nel passaggio dalla laurea triennale a quella magistrale), offrendo loro percorsi di elevata qualificazione e visibilità;
  • favorire l’attrazione di studenti post-laurea (dottorandi e borsisti) e ricercatori internazionali;
  • promuovere le capacità progettuali dei ricercatori per attrarre nuove risorse competitive;
  • aumentare le capacità di ricerca attraverso la creazione di laboratori congiunti anche per grandi attrezzature;
  • tenere come punto di riferimento inclusività e parità di genere, potenziando le possibilità di tutti, specie tra le generazioni più giovani, di misurarsi rispetto alle responsabilità legate alla leadership nella ricerca ed innovazione.

Per ogni “Polo” saranno individuati dei “Progetti Strategici di Innovazione”. Mentre continuerà lo sforzo per valorizzare e sostenere tutti gli ambiti, da quello della ricerca fondamentale e di base a quello della ricerca applicata, ritengo che l’integrazione e la contaminazione tra esperienze e competenze diverse, superando gli steccati che spesso contrappongono i SSD, rappresentino uno strumento fondamentale con il quale il nostro Ateneo può potenziare la sua ricerca e renderla sempre più competitiva a livello nazionale ed internazionale. Per promuovere l’aggregazione inter-dipartimentale ed inter-disciplinare dei ricercatori è mia intenzione identificare dei Progetti Strategici all’interno del “Poli” allo scopo di:

a) definire l’agenda per la ricerca e le aree di specializzazione strategica dell’Ateneo;
b) rinforzare le relazioni con gli altri partner istituzionali pubblici e privati;
c) ottimizzare l’impatto delle risorse finanziarie da destinare alle attività di ricerca.

Esiste una grande tradizione di ricerca nel nostro Ateneo. Nel polo scientifico, per esempio, l’area della scienza dei materiali, dell’energia, dell’ICT e molti altri settori; nel polo umanistico quello della multiculturalità e della migrazione con una proiezione sul Mediterraneo, così come quella delle scienze giuridiche e della gestione e del management delle istituzioni pubbliche e delle organizzazioni private; nel polo medico strategico potrà rivelarsi il connubio tra intelligenza artificiale e medicina sperimentale applicate all’assistenza così come tutti gli aspetti alla certificazione di qualità degli alimenti e alla sanità veterinaria. Su questi Progetti sarà incentivato l’arrivo, tramite chiamata diretta, di scienziati e studiosi autorevoli attraverso l’utilizzo dei punti organico riservati a posizioni premiali a beneficio di tutto l’Ateneo.

Per ogni “Polo” sarà individuata la figura del Direttore Scientifico, ossia una figura necessaria per accrescere la capacità di coordinamento, di elaborazione e di attrazione dei programmi di ricerca nazionali ed internazionali in grado di attirare quote significative del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Direttore scientifico sarà affiancato da una struttura ammnistrativa adeguata. Il Direttore Scientifico, insieme ai Direttori dei Dipartimenti e al Preside delle Scuole, ove presenti, costituiranno la governance del “Poli” coadiuverà costantemente il Rettore, anche attraverso la nomina di un Pro-Rettore competente, nella definizione di tutte le scelte politiche, gestionali e programmatiche inerenti la vita didattica e di ricerca del polo.

Le linee guida saranno declinate per ciascun “Polo”, andando a comporre una strategia su tre livelli.  In primo luogo, un insieme di azioni di carattere generale.

  • Lauree magistrali doppio titolo (fermare la migrazione degli studenti)

Nei progetti strategici dei “Poli” sarà incentivata la creazione di CdS magistrali internazionali, corsi interamente erogati in lingua straniera con rilascio finale di titolo doppio, multiplo o congiunto, con Università prestigiose nazionali e internazionali. Corsi di formazione, dunque, organizzati con altri atenei stranieri che prevedono forme di integrazione dei curricula e schemi di mobilità strutturata degli studenti, con il riconoscimento reciproco delle attività formative.

È necessario caratterizzare alcuni corsi per l’alta qualità degli studi e per lo specifico “valore aggiunto europeo”. Gli studenti potranno beneficiare di borse di studio per iscriversi ai corsi Erasmus Mundus o per lo svolgimento della mobilità.

  • Fondo per la ricerca

Verrà istituito un fondo di Ateneo per finanziarie le spese di pubblicazioni riservato per un terzo a dottorandi e assegnisti, per un terzo a ricercatori e un terzo a PO e PA che non risultano titolari di altri fondi.

  • Leadership inclusiva

La partecipazione di ciascuna persona alla deep tech e ai progetti sociali – al di là di genere, età, ecc. – e l’assegnazione di compiti connessi alla leadership non è solo una questione di equità, ma è importante per sfruttare appieno il potenziale di eccellenza nella scienza e nelle imprese. Occorrono azioni a livello della ricerca per sostenere ulteriormente, in modo pienamente inclusivo, il ruolo di ciascuno nell’innovazione e nella tecnologia, attraverso azioni quali incentivi al loro ruolo di PI (Principal Investigator), specie tra le generazioni più giovani, formazione e casi studio per stimolare azioni di leadership e, nel contempo, azioni per superare qualsiasi ostacolo alla partecipazione più estesa possibile.

Un secondo livello comprende sempre azioni di carattere generale, che tuttavia possono avere particolari specificità a seconda del “Polo”.

  • Dottorati di interesse nazionali ed industriali

Su questi progetti strategici di innovazione saranno attivati dei percorsi di Dottorato di interesse Nazionale DM 226 del 2021 (Regolamento di accreditamento dei corsi di dottorato) attivando collaborazioni e partenariati con diversi atenei italiani, aziende ed enti di ricerca, pubblici e privati. I Dottorati di ricerca di Interesse Nazionale, DIN sono complementari ai dottorati di ricerca tradizionali, e hanno “l’obbiettivo dei DIN à la creazione di reti di giovani ricercatori, selezionati secondo standard elevati e formati su temi di ricerca interdisciplinari, favorendo il ponte tra ricerca accademica e industriale, riducendo la frammentazione”. Si punterà ad entrare nella rete degli European Doctoral Network.

I dottorati industriali, in particolare per l’area scientifica, sono cruciali per promuovere una ricerca congiunta Università-Imprese, specie su grandi tematiche di interesse, ed offrire percorso privilegiati agli studenti per la loro carriera. Al rafforzare queste possibilità, occorre abbinare un piano organico per attirare nuovi studenti per le posizioni di Dottorati, sia aumentando l’interesse di quelli locali offrendo un percorso ad alta qualificazione, che quelli che provengono da altre Università od internazionali. Per questi è necessario anche un piano che faciliti la loro residenza a Messina e la creazione di appositi uffici (accomodation office).

Per i dottorati tradizionali saranno incentivate tutte quelle iniziative in grado di facilitare l’accesso a network europei (o internazionali), l’interscambio di studenti di dottorato finalizzato al rilascio di titoli congiunti. Risorse finanziarie aggiuntive saranno riconosciuti ai Dottorato per sostenere l’attività di ricerca e di alta formazione.

  • Accesso ai progetti europei, promozione delle start-up e trasferimento tecnologico

L’Università che immagino dovrà promuovere e rafforzare la capacità progettuale di docenti e ricercatori dell’Ateneo, favorendo una più efficace partecipazione ai programmi europei di finanziamento alla ricerca. Sarà notevolmente potenziata l’Area Supporto alla Ricerca e Trasferimento Tecnologico, dotata di personale dedicato e collocato all’interno del Polo, con specifica formazione, con il compito di offrire informazione, supporto ed assistenza tecnica, diffondere le opportunità di finanziamento per la ricerca ambito internazionale ed europeo.

Saranno proposte azioni Scouting e valutazione di prefattibilità di idee progettuali, in relazione alle call e alle opportunità di finanziamento europee ed internazionali a favore della ricerca. Sarà offerto supporto alla presentazione di progetti collaborativi di ricerca europei ed internazionali e alla gestione amministrativa e alla rendicontazione di progetti collaborativi di ricerca, attraverso, per esempio, la definizione di linee guida di Ateneo. Nel caso di valutazioni multi-step, come per i progetti ERC, sarà creato un coaching che assista il candidato nel massimizzare le possibilità di successo. 

Al fine di promuovere le attività di trasferimento tecnologico nei settori di interesse strategico si immagina di istituire un fondo di startup per i progetti più innovativi. Sarà creata un’assistenza negli aspetti di imprenditorialità e strategia di innovazione/IP, creazione di business plan, prototipazione, scuole estive orientate allo sviluppo di piani aziendali, esplorazione del potenziale di commercializzazione con l’industria, eventi di matchmaking dedicati e focalizzati sull’impatto.

Occorre potenziare le capacità di trasferimento tecnologico, favorendo la possibilità di laboratori congiunti, ed il supporto nella fase di progettazione ed implementazione delle proprie attività, tutela e valorizzazione delle conoscenze generate, creazione di strategie di business. È importante il coinvolgimento dei giovani ricercatori in queste attività, sia nella fase di dottorato che post-dottorato. Un esempio di successo all’estero è la creazione di laboratori ove giovani ricercatori siano assistiti in una fase di esplorazione iniziale delle loro idee, al fine di stimolare l’innovazione.

I “Poli” sono dunque destinati a diventare una comunità i cui attori principali sono giovani ricercatori, studenti, start-up, ma anche imprese più strutturate che hanno una tradizione nell’innovazione, gruppi finanziari e banche, istituzioni internazionali che possano sostenere e contribuire ai progetti di sviluppo. Insomma, tutti coloro che fanno sì che l’innovazione accada. Da qui la necessità che i poli siano anche l’insieme di servizi, strutture e infrastrutture che occorrono alla comunità per portare avanti i suoi obiettivi nella maniera più efficace. L’obiettivo è fare in modo che le informazioni e le intuizioni creative circolino più velocemente e raggiungano tutti, in una sorta di flusso di conoscenze continuo.

C’è, infine, un terzo livello che riguarda direttamente le caratteristiche di ciascun “Polo” e le opportunità ad esso collegate.

  • Piattaforma tecnologica: UNIME PIRS (Piano Infrastrutture di Ricerca e Sviluppo)

Per ciò che concerne l’area scientifica, si interverrà con determinazione per riqualificare, rafforzare, potenziare e mantenere, dal punto di vista tecnologico e strumentale, i laboratori dipartimentali esistenti che soffrono della carenza di risorse specifiche. Verrà attuata una politica di reclutamento di personale tecnologico altamente qualificato per consentire un’efficace gestione e operatività delle risorse tecnologiche, strumentali e infrastrutturali. È importante che queste attività vengano incluse nei progetti triennali di sviluppo, predisposti da ciascun Dipartimento e concordati con l’Amministrazione centrale, in modo da poterne verificare (almeno annualmente) la progressiva attuazione, ovvero le criticità riscontrate al fine di superarle.

Saranno inoltre effettuati piani di investimento per la realizzazione di infrastrutture tecnologiche di ricerca. Si realizzerà UNIME PIRS (Piano Infrastrutture di Ricerca e Sviluppo), una piattaforma tecnologica condivisa e diffusa, disponibile e a servizio di tutta la comunità scientifica nel Polo Medico e nel Polo Papardo, gestita direttamente dall’Università di Messina con il compito di svolgere attività sperimentali a scopo di ricerca, didattica e per conto terzi. La certificazione di qualità e la conformità a norme par la qualità dei servizi offerti sarà assicurata. Il regolamento conto terzi sarà modificato con l’obiettivo di assicurare più risorse finanziarie ai Dipartimenti e ai Poli per il potenziamento della ricerca. Nel Polo scientifico, in particolare, saranno centralizzati alcuni servizi essenziali per la ricerca di interesse comune (es. stabulari, officine di manutenzione meccaniche, elettriche) a supporto delle attività svolte nei laboratori sia didattici che di ricerca.

Antonio Caroè

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